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Breve inciso sull’Autrice Raffaella Candelli.
Uno sguardo al corso dei secoli passati, e in particolare della letteratura del 900, ci fornirebbe indicazioni utili per comprendere pienamente dove l’autrice Raffaella Candelli coglie le gemme preziose dell’arte letteraria e dei suoi percorsi. Scandagliare l’animo umano, e compito assai arduo, ma l’autrice si muove nei meandri dello Spirito con una innata capacità di sintesi, ponendosi interrogativi urgenti ed irrinunciabili nelle storie raccontate dei suoi personaggi. Ci si muove in un enorme caleidoscopio dei sentimenti, dove la regola viene spezzata al cospetto della variegata duttilita’e capacità di metamorfosi della ragione umana. Stabilire rapporti per l’autrice dentro alle sue trame, non significa fossilizzare dentro regole certe, il dipanarsi degli eventi, ma al contrario imprimere ad essi l’impetuosa esigenza della ricerca oltre ogni apparente illusione. Una parola quella dell’autrice Candelli, che non e’ appendice, ma contenuto, espressione compiuta di un divenire con gli eventi e dentro di essi. Il suo lessico verbale e’ incisivo come momento di privilegio per se stessa e per i suoi lettori, evocazione di più alti presagi di spirito, dove poter raccogliere le esatte e spesso fuggenti dinamiche dell’esistenza e delle sue traiettorie. L’astro fulgente che indirizza i suoi personaggi deriva dalla maniacale capacità della Candelli di autoanalisi del proprio inconscio, di scandagliare in maniera minuziosa il proprio sentire sino alla radice, di rendersi “nuda” al cospetto delle maschere multiformi dell’esistenza, che spesso ci impone con le sue ingannevoli promesse. Nella sua scrittura non esistono soppalchi o costruzioni di fuga o di evasione dal dolore, ci si misura pienamente con il proprio centro ed i propri limiti. L’unico punto di riferimento del suo narrare, e’ l’uomo nella sua interezza, senza ingannevoli rinunzie nel setacciare i suoi contrasti e le sue chimere. La Candelli avverte un bisogno di espressione e di apertura ai mutevoli scenari dell’esistenza, e lo fa non sulla soglia del vivere, ma compenetrato ad essa. Ne mai si avverte, tra le riga dei suoi romanzi, scoloritura verbale di sorta, periodi d’incertezza della sintassi. Tutto scorre organico nel suo complesso, con una unità definita e vera. Ed in questo la Candelli ha appreso le metodiche di narrazione, essendo essa stessa figlia dei suoi precursori del 900. La sua lirica e’ coerente nella sua sospensione d’intensità, che verticalizza i sentimenti umani in una progressione di altitudine senza rifiatare. La Candelli narra senza pause, senza distonie di linguaggio e di trasmissione delle emozioni, sottilmente, avendo cura di non comprimerne il senso dentro contenitori abituali di narrazione moderna spesso scontata e abulica. La morfologia della sua parola e’ netta senza compromessi di sorta, e per questo si pone nella letteratura moderna come convincente corollario di un bagaglio spirituale fuori dalla norma. Alla luce di queste considerazioni, la Candelli ha colto in pieno la missione dello scrittore e la sua riconoscibilità e fortuna; calarsi radicalmente nel progetto dell’uomo e dei suoi sogni.
Sandro Rippa.